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La verifica dei parametri di ricezione dei segnali negli impianti televisivi satellite e terrestre dovrebbe avvenire sempre e, anche se a campione, deve certificare la correttezza dei segnali alla presa in ingresso al televisore o al decoder.

Per quanto riguarda la potenza del segnale alla presa si ricordano i limiti di funzionamento: da 45 a 74 dBµV per il segnale televisivo Digitale Terrestre (DTT) con modulazione 64QAM e FEC 2/3, e da 47 a 77 dbµV per il segnale televisivo satellitare (TV Sat).

Non basta che il segnale sia conforme a tali limiti per garantire una ricezione senza problemi: uno dei parametri più importanti per la qualità del segnale è il MER ed in particolare il valore ad esso collegato di Margine di Rumore indicato con la sigla NM (Noise Margin in inglese). Quanto più il NM è elevato tanto più il segnale sarà robusto nei confronti dei possibili eventi che lo possono indebolire:

  • attenuazione dovuta ad eventi atmosferici (pioggia, neve, nebbia);
  • disturbi provenienti da altri sistemi di telecomunicazione (ponti della telefonia mobile, trasferimenti wireless di varia natura) ed in generale,
  • dal rumore elettromagnetico sia naturale che conseguenza delle attività umane.

Purtroppo non è possibile dare un unico valore di riferimento per il MER in quanto dipendente dal tipo di modulazione e dal valore del FEC ; tale parametro rappresenta la capacità di correzione del segnale (il termine Forward Error Correction (FEC) indica un meccanismo di rilevazione e successiva correzione degli errori a valle di una trasmissione digitale ottenuta grazie alla codifica di canale). Il valore di FEC = ½ indica la massima capacità di correzione, il valore di FEC = 7/8 quella minima.

Proprio per tale motivo è importante il NM: esso indica di quanti dB si può abbassare il MER prima di raggiungere la soglia di ricezione, il punto cioè dove un’ulteriore minimo abbassamento del MER porta alla impossibilità di visualizzare correttamente l’immagine. Non esistono indicazioni normative per questo valore ma, rifacendosi ad una misura ad esso analoga, possiamo valutare il valore minimo del rapporto tra la potenza del segnale e quella del rumore, indicata con il termine C/N. Nelle tabelle allegate viene mostrato il valore minimo di C/N sotto il quale non si ha una visualizzazione corretta del segnale televisivo al variare dei valori di FEC.

Le misure da eseguire non si esauriscono alla presa ma sono necessarie nel valutare la qualità del segnale anche nei punti intermedi dell’impianto. Se ad esempio è presente un amplificatore larga banda che riceve in ingresso un numero n di multiplex terrestri è opportuno verificare che il livello di ciascuno di essi all’uscita non superi il massimo valore consentito dall’amplificatore. Il valore di targa in genere è calcolato per 2 canali in ingresso e va quindi abbassato di un valore in dB corrispondente a 10log(N-1) dove N rappresenta il numero effettivo di canali in ingresso.

Particolare attenzione va posta nel valutare la differenza di potenza tra i canali terrestri in ingresso ad un convertitore da coassiale a fibra ottica: qui è necessario che il dislivello sia minimo, possibilmente nullo, al fine di poter distribuire i segnali con qualità elevata.

Con l’avvento del DVB-S2 e del DVB-T2 si moltiplicano le trasmissioni in Alta Definizione (HD) e, nella scelta degli strumenti, è opportuno valutare se essi avranno la possibilità di demodulare segnali in questi standard. Inoltre, dal lato della codifica di sorgente, occorre verificare se tali apparati sono in grado di visualizzare segnali in MPEG4, H264 e H265.

Per ciò che riguarda i protocolli di selezione dei canali satellitari molto importante è la possibilità di poter pilotare LNB e Multiswitch dSCR che integrano i protocolli SCR e dCSS. In particolare gli LNB di nuova generazione, non disponendo di un’uscita legacy, costringono ad utilizzare strumenti che dispongano di tali protocolli.